Elogio della complessità: come farmi odiare un po’ da tutti, a caso.

Il post, dal titolo allegramente polemico, in realtà è quello che avrei dovuto scrivere all’inizio della mia attività di divulgazione finanziaria iniziata qualche anno fa. Arriva solo oggi perché la consapevolezza è maturata dopo avere prodotto decine di articoli su blog e riviste, e soprattutto analizzando i commenti dei lettori.

La settimana scorsa, leggendo i commenti ad un post dell’ ottimo Enrico Fiorentino, ho avuto l’ispirazione per mettere giù queste poche righe per raccontare, a chi fosse interessato, la mia visione sulla divulgazione, in generale, e su quella finanziaria, in particolare.

E si tratta di una visione indigesta a molte persone.

La dottrina dominante

Sento e leggo spesso che un concetto, per essere chiaro e lineare, dovrebbe essere espresso come se si trattasse di esporlo ad un bambino di cinque anni.

Come si dice “sono completamente d’accordo a metà”

Tutto dipende dal target, ovvero dal pubblico a cui  ci si rivolge, e questa è la base di ogni forma di comunicazione. Quindi non può essere uniforme, non può essere uguale per tutti.

Siamo nell’era dei social networks e si è diffusa l’abitudine (malsana) a pensare che tutti debbano essere in grado di capire tutto, in ogni argomento, senza sforzo e senza avere alcuna conoscenza di quello di cui si parla. Così troviamo video su Youtube che insegnano alle massaie su quanto sia facile uscire dall’Euro senza difficoltà, o su come sia possibile curare un tumore con le erbe dell’orto (e non ridere, ci sono per davvero questi video qua).

La semplicità di esposizione è senza dubbio un valore, come lo è l’utilizzo di un linguaggio famigliare e comune; ma è un valore che va sempre mediato con la necessità di offrire una versione più possibile completa e prossima alla realtà del problema che si affronta. Del resto cinque anni non li abbiamo più da un pezzo.

E’ possibile per chiunque, dotato di buona intelligenza, comprendere in modo efficace qualsiasi argomento?

Forse sì, ma a patto di essere disponibile a percorrere una strada dall’inizio alla fine e la mia esperienza mi dice che non è affatto un presupposto scontato.

I requisiti.

[Dotato di buona intelligenza.] Se una persona afferma che io sia troppo basso e troppo vecchio per tentare una carriera nella pallacanestro, questa viene considerata una affermazione normale ed accettabile. Se si dice ad una persona che non è abbastanza intelligente per dedicarsi alla fisica quantistica, questa viene invece considerata una affermazione censurabile e politicamente scorretta. Ed è il primo problema con cui ci scontriamo.

Se partiamo dando per scontato che siamo tutti abbastanza intelligenti rischiamo di abbassare sempre più l’asticella, inoltre non so bene se l’intelligenza di cui la natura ci ha forniti sia un “muscolo allenabile”, ho però l’impressione che a forza di non esercitarlo lo si renda atrofico, un risultato non auspicabile, a meno che si aspiri diventare un dittatore oppure un manager di struttura. (Questa era cattiva)

Ma diamo per scontato che tutti i lettori abbiano superato il test del Mensa ( https://mensa.it )
Dobbiamo comunque fare i conti con un altro problema: il retroterra di conoscenze.
Immaginiamo un corso che ti insegna a sostituire il rubinetto dell’acqua. Per me, che non ho mai fatto l’idraulico, un corso del genere sarebbe anche interessante, e magari difficile. Ovviamente per un idraulico un corso simile sarebbe una perdita di tempo, immaginate il motivo….

Ora, il mondo è composto da gente come me, da idraulici e da tante altre categorie di persone, ognuna con un background di informazioni e conoscenze diverso. Sarebbe decisamente pretenzioso, per uno come me, pretendere che tutti i corsi di idraulica partano dalle basi, solo perché io sono un completo ignorante in materia. Sarebbe arrogante accusare il relatore di scarsa chiarezza, solo perché sono finito nell’aula (o nell’articolo) sbagliati.

Purtroppo la divulgazione finanziaria in lingua italiana ha preso questa piega qua e chi, come me, ha piacere di leggere qualcosa che ancora non conosce è costretto a rivolgersi a fonti in lingua inglese, o a pochissime fonti selezionate in lingua italiana. E non sono un genio, non sono un accademico, non sono un professore. Sono solo uno che mastica questa roba da vent’anni e che non ha piacere di perdere il suo tempo, magari non prezioso, ma sicuramente scarso.

Quindi si. Se vi trovate a leggere qualcosa che reputate complesso, prima di criticare, dovete chiedevi questa roba qua:
“L’articolo è inutilmente bizantino e contorto, oppure è scritto per qualcuno che ha un livello di preparazione diverso dal mio?”

Nel secondo caso, niente paura. Prendi un taccuino, segni le cose che non hai compreso, e vai a studiarle.
Inoltre, un buon divulgatore, ama la cultura e adora chi la cerca, quindi è molto probabile che si possano anche rivolgere delle domande all’autore del pezzo e ricevere delle risposte pazienti ed accurate; non abbiate mai timore a chiedere.

I nemici della conoscenza sono molti. Tra questi avversari c’è l’inutile complessità per puro sfoggio di cultura, ma c’è anche la deleteria volontà di semplificare alcuni argomenti ad un livello tale da perdere in accuratezza e attendibilità, spesso per rifilarti qualcosa (ma questa è una storia diversa).

Vi racconto un fatto personale.

Su un gruppo di finanza un tale mi ha chiesto un metodo per la valutazione del prezzo delle opzioni.
Ho cercato di far comprendere che l’argomento non fosse adatto ad un neofita ma poi, di fronte ad una certa insistenza, ho inviato un link ad una presentazione online molto chiara pubblicata da una nota università italiana. Credimi, era davvero il minimo sindacale da conoscere per iniziare a capirci qualcosa.

Superfluo dire che la mia azione è stata scambiata per snobismo. (Sono snob, ma in quel caso non lo ero)

Ora, spiegate ad un bambino di cinque anni come si valutano le opzioni, se siete in grado. Attenzione però: spiegarlo a mio figlio di sei anni è possibile, al limite non capisce. Spiegarlo ad un adulto è tutt’altra responsabilità, dato che poi le cose che raccontate la gente prova a farle per davvero con i soldi veri, e la cronaca lo dimostra.
Allora: delle due, l’una. O ti accontenti di sentirti dire quello che dico a mio figlio quando vuole mettere le mani su qualcosa che non è adatto alla sua età, oppure devi armarti di pazienza e capire che non necessariamente ti troverai di fronte ad una risposta da bollettino della parrocchia.

Trovarsi di fronte a materiale che non necessariamente è “tagliato” sul tuo caso specifico è la regola, non l’eccezione. Come puoi pensare, aprendo un articolo a caso su un tema che ti interessa, di trovare al primo colpo uno scritto che contemporaneamente ti comunichi cose nuove e non ti richieda conoscenze che non possiedi? Più probabilmente troverai qualcosa che ti annoia, perché già noto, oppure che ti richiede di acquisire conoscenze che ancora non possiedi. Se sei cascato nella seconda ipotesi sei stato fortunato.

Allora coraggio, non si tratta di mandare un razzo nello spazio. Ama la ricerca e sforzati di usare quella cosa che divide le orecchie e prova ad aumentare, anche di poco, il tuo livello di conoscenza e di consapevolezza. Ci sono riuscito io, che non sono un genio, ci puoi riuscire anche tu, se hai l’umiltà di capire che Roma non è stata costruita in un giorno.

Ma sono un risparmiatore, a che serve approfondire la materia finanziaria?

Magari serve per non finire come quelli che acquistarono le obbligazioni emesse dallo Stato argentino solo perché avevano letto che la cedola era alta e si sentivano immensamente più esperti di chi comprava i noiosissimi BTP. Tutta gente che fuggiva da spiegazioni complesse su come i rendimenti vengano determinati dal mercato anche in funzione del rischio di controparte. (Per loro era robaccia inventata dalla finanza cattiva per tenerli nell’ignoranza, del resto UNO VALE UNO)

Quindi, molto semplicemente, serve a difenderti. A capire se quello che ti stanno raccontando ha senso oppure se hai incontrato il Gatto e la Volpe

In alternativa trova un esperto di fiducia e delega. Ma non rompere le scatole a voler capire perché l’addome del paziente ad un certo punto dell’intervento sembra una macelleria. Il chirurgo sta lavorando, e non ha imparato su Youtube.

E se sono un divulgatore? Poi non mi leggono più…

Ti svelo un segreto (che probabilmente già conosci, quindi non ti svelo nulla)
La gente –mediamente- vuole ottenere un profitto dall’impiego del suo capitale senza correre rischi, oppure accetta di correre qualche piccolo rischio per diventare ricca in fretta.

Oggi non esiste un modo sicuro (nel breve e nel lungo periodo) per ottenere rendimenti reali positivi, e non è mai esistito un modo facile per diventare ricco. Allora accettalo: la prima risposta da dare ai nostri lettori è per sua natura urticante, quindi complessa da trasferire.

Ma è la sfida che dobbiamo cogliere per rendere il nostro un Paese normale. Never give up!

Fabrizio Monge


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Fabrizio Monge

Consulente finanziario dal 2001, appassionato di finanza comportamentale, modelli quantitativi e processi di innovazione. Ho fondato il blog www.gestionecapitali.com e collaboro con Investors' Magazine, Italia Funds People e Targatocn con la rubrica #finanzasemplice.

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