L’EFFETTO DISPOSIZIONE

L’effetto di disposizione è legato al modo in cui gli investitori tendono a trattare i guadagni e le perdite realizzate sugli investimenti finanziari.
Diversi studi hanno rilevato che gli investitori hanno la tendenza a realizzare guadagni più rapidamente delle perdite che tradotto significa che mantengono gli investimenti perdenti più del dovuto e si liberano troppo in fretta dei vincitori.

Da una prospettiva dell’investimento, questo comportamento non ha senso. Le performance future di un titolo non sono correlate al prezzo al quale l’investitore lo ha acquistato, ma dall’evoluzione delle prospettive di crescita dell’azienda/settore/area geografica di cui il prezzo è la manifestazione finanziaria.

Il motivo di tale distorsione è di per sé banale: vendere una posizione in perdita equivarrebbe ad ammettere di aver sbagliato investimento.
Allo stesso tempo, realizzare dei guadagni “dimostra” di aver avuto ragione.
In altre parole, gli investitori evitano il rimpianto/dolore e cercano invece l’orgoglio.

L’effetto di disposizione è strettamente correlato alla teoria del prospetto e all’avversione alla perdita.
In questo caso gli investitori utilizzano il prezzo di acquisto come punto di riferimento che viene utilizzato per valutare l’andamento del titolo nel suo complesso (per esempio se un titolo è stato in passato acquistato a 10 ed ora quota 5 potrebbe essere percepito come “economico” indipendentemente da un’analisi sul suo corretto valore di mercato). Ciò spiega perché il prezzo di acquisto sia così importante nel processo decisionale degli investitori.

Purtroppo basare le decisioni sul tale punto di riferimento induce a ragionare solo in termini di perdite o guadagno rispetto a questo valore mettendo in secondo piano le altre valutazioni sull’opportunità di mantenere o liquidare l’investimento. Come sottolineato nel precedente articolo sulla teoria del prospetto, le persone sono avverse alla perdita a tal punto che il dolore provocato da una perdita è il DOPPIO della felicità generata da un guadagno dello stesso importo e questo tende ad amplificare l’effetto di disposizione.

Gli investitori dovrebbero quindi essere consapevoli di alcune delle conseguenze negative derivanti dell’effetto di disposizione ed in particolare che:

  • alcuni studi hanno evidenziato che nel medio/lungo termine gli investimenti in guadagno ceduti frettolosamente tendono a sovraperformare quelli in perdita che gli investitori continuano a mantenere. Ciò significa che gli investitori otterrebbero migliori risultati sforzandosi di mantenere il più a lungo possibile gli investimenti vincenti, liberandosi il prima possibile di quelli perdenti.
  • che tale modo di agire è fiscalmente inefficiente in quanto l’investitore paga l’imposta sui guadagni (plusvalenze) generati dai titoli vincenti senza poter compensare le perdite (minusvalenze) potenziali generate dai titoli ancora in portafoglio. Vendere per primi i titoli perdenti consentirebbe, oltre a migliorare la performance complessiva del portafoglio, di sfruttare successivamente il credito fiscale riducendo l’imposta che dovrà essere versata al momento della vendita dei titoli vincenti (per il funzionamento vi invito a leggere il seguente articolo “La tassazione delle rendite finanziarie“).

L’effetto di disposizione non è, quindi, solo rilevante dal punto di vista accademico. Soffrire di questo pregiudizio comportamentale può essere dannoso per le performance del proprio portafoglio. E’ quindi necessario porre in essere una serie di comportamenti finalizzati ad evitare di caderne prigionieri.


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