
Primo articolo sulle nozioni di base della Finanza Comportamentale (vedi pagina dedicata). In questa puntata affrontiamo la TEORIA DEL PROSPETTO.
La teoria del prospetto fu proposta per la prima volta alla ne degli anni ’70 da Daniel Kahneman e Amos Tversky. La teoria del prospetto mette in discussione alcune delle assunzioni fondamentali che sono alla base della finanza moderna ed in particolare la ” teoria dell’utilità attesa “.
La teoria dell’utilità attesa è un insieme di ipotesi fatte in economia su come ci si aspetta che gli esseri umani si comportino in condizioni di incertezza. Essa assume che le persone valutino correttamente le probabilità e che attribuiscano lo stesso peso alle cose buone o cattive.
Nella realtà i test psicologici hanno dimostrato che gli esseri umani hanno una scarsa capacità a valutare le probabilità (basti pensare al giocatore d’azzardo) e che attribuiscono un peso maggiore agli eventi negativi rispetto ai positivi (vedi avversione alle perdite, effetto disposizione di cui parleremo nei prossimi articoli).
La teoria del prospetto dimostra che le persone attraversano due fasi distinte quando confrontano le scelte in condizioni di incertezza.
Innanzitutto, c’è la fase di editing. Durante questa fase, si dice che le persone mettano a confronto le diverse “prospettive”. Per fare questo, modificano le decisioni complicate che devono prendere in decisioni più semplici, ragionando in termini di guadagni contro perdite.
Ad esempio, nel caso di una lotteria il ragionamento viene semplificato contrapponendo la perdita certa di 5 euro (il costo del biglietto) alla piccolissima possibilità di vincere 5 milioni di euro.
Nella seconda fase, quella di valutazione, le persone esaminano le prospettive modificate di cui sopra e scelgono quella con il valore più alto. Questa scelta si basa su due dimensioni, il valore apparente di ciascun risultato e il peso (simile alla probabilità oggettiva, sebbene non identica).
VALORE E FUNZIONE DI PONDERAZIONE
La scelta tra i diversi risultati è determinata combinando il valore apparente di un risultato, previsto dalla funzione valore, e l’importanza o il peso che le persone assegnano al particolare risultato, ovvero la funzione di ponderazione.
Funzione del valore
La funzione valore presenta alcuni aspetti critici:
- il valore è assegnato alle variazioni di valore piuttosto che al valore assoluto
- la funzione del valore è più ripida per le perdite che per i guadagni (vedi figura 2).
- la funzione del valore ha una forma ad S (vedi figura 1)
Per quanto riguarda il primo aspetto, la teoria del prospetto prevede che il valore delle diverse prospettive sia determinato solo confrontandolo con le altre opzioni. Quindi, il valore che le persone assegnano a un risultato dipende dagli altri risultati con cui lo stanno confrontando. Questo confronto è chiamato punto di riferimento. Per esempio, un viaggio in Europa potrebbe sembrare meraviglioso rispetto ad un viaggio nella città vicina, ma non esserlo se confrontato con un viaggio alle Maldive.
Quindi, il valore dell’opzione considerata (viaggio in Europa) assume una diversa valenza a seconda dell’alternativa a cui viene confrontata (la città vicina o le Maldive) e non per il suo valore assoluto (il viaggio in Europa stesso). Di conseguenza, le persone potrebbero rifiutare la stessa opzione se proposta in contesti diversi.
La forma ad S della funzione di valore e cioè concava per i guadagni sopra il punto di riferimento e convessa per le perdite al di sotto (vedi figura 1) implica che a piccole modifiche attorno al punto di riferimento vengano assegnate ad un valore percepito elevato, mentre modifiche a valori più grandi vengano assegnati valori più piccoli. Ad esempio, la differenza tra vincere 5 o 10 euro porta a un grande cambiamento nel valore percepito, ma vincere 1.000 o 1.005 ha un impatto minimo nonostante la dimensione del cambiamento sia la stessa (cioè 5 euro).
Inoltre, la forma asimmetrica della funzione del valore (figura 2) mette in evidenza che le persone sono avverse al rischio in quanto assegnano un valore maggiore alle perdite rispetto ad un guadagno dello stesso importo. Ad esempio, perdere 10 euro procura un dolore superiore rispetto alla felicità prodotta da una vincita di 10.
Tale differenza di valutazione implica che le persone correranno più rischi per evitare una perdita (magari mantenendo un investimento pessimo nella speranza di recuperare ed evitare il dolore di consolidarla) rispetto a quelli necessari per incrementare un guadagno (vendendo un titolo appena in guadagno senza considerare che il suo valore potrebbe aumentare ulteriormente).
La funzione di ponderazione
Essa è uno schema di ponderazione alternativo a quello utilizzato dalla teoria dell’utilità attesa la quale sostiene che la probabilità oggettiva che si verifichi un risultato viene utilizzata per valutare i diversi esiti. Sotto la teoria del prospetto, assumiamo che le persone moltiplichino il risultato percepito per un peso decisionale. Questi pesi decisionali differiscono però dalle probabilità oggettive.
Ad esempio, passare dal non avere la possibilità di contrarre una malattia ad avere una probabilità dell’1% di contrarla, avrà un effetto molto più grande sul proprio processo decisionale che passare da una possibilità del 50% ad un 51%. Anche se l’aumento della probabilità è identico (1%), l’aumento del peso della decisione sarà maggiore. Le persone tendono infatti a sovrappesare eventi a bassa probabilità.
La teoria del prospetto cerca quindi di spiegare come le persone prendono decisioni in condizioni di incertezza. Molti dei pregiudizi comportamentali di cui parleremo nei prossimi articoli, possono essere spiegati usando tale approccio di analisi.
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